Un progetto economico ambizioso che mira a modernizzare il Paese favorendo la ripartenza dopo lo tsunami della pandemia: è il Recovery Plan, studiato e definito dal Governo italiano (iniziato dall’esecutivo Conte e terminato da quello Draghi) su richiesta dell’Unione Europea.
Il corposo documento, contenente riforme e investimenti in settori chiave per il rilancio dell’Italia, si inserisce nel programma Next Generation EU (NGEU) dal valore di 750 miliardi di euro, un pacchetto approvato dall’UE come risposta concreta alla crisi da pandemia.
Sommario
Recovery Plan
Da Bruxelles arriveranno in Italia 191,5 miliardi di euro, inquadrati nel “Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Ad essi si affiancheranno i 30,6 miliardi finanziati a livello nazionale dal Fondo complementare. Pnrr e fondo sommati insieme valgono 222,1 miliardi di euro, ovvero il valore complessivo del Recovery Plan Italia.
Il testo di questo strumento programmatico di riforme e investimenti vuole rispondere a due obiettivi chiave, cioè riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana. Nell’affrontare tali target con l’ampio e dettagliato programma di investimenti e riforme, il piano vuole accelerare su disuguaglianza di genere, inclusione giovanile, divari territoriali, lotta alla povertà.
Il Recovery Plan verrà visionato dalla Commissione Europea, per verificare la coerenza e l’efficacia degli obiettivi indicati, pertanto si snoda in 6 missioni e 16 componenti specifiche stabilite da Bruxelles, con l’obbligo di rendicontazione all’UE per tutti i progetti finanziati dai 191,5 miliardi di euro.
Quali sono le 6 missioni del Recovery Plan?
Il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” è il nucleo del Recovery Plan e si compone di sei missioni, ciascuna delle quali è suddivisa in 16 Componenti, coerentemente con gli obiettivi del Next Generation EU:
- Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e la Pubblica Amministrazione, l’Istruzione, la Sanità e il Fisco
- Rivoluzione verde e transizione ecologica
- Infrastrutture, per la mobilità e le telecomunicazioni, con la realizzazione di una Rete nazionale in fibra ottica, lo sviluppo delle reti 5G e l’Alta Velocità
- Istruzione, formazione, ricerca e cultura
- Equità sociale, di genere e territoriale, con focus sulle politiche attive del lavoro e sul piano per il Sud
- Salute.
Il Recovery Plan approvato in Italia è stato costruito in base ai parametri fissati dai regolamenti europei e il 40% delle risorse territorializzabili sono destinate al Sud, con il fine di raggiungere l’obiettivo del riequilibrio territoriale.
Fondi stanziati e ripartizione tra le missioni
Scendendo nel dettaglio delle 6 missioni previste dal Recovery Plan Draghi, è possibile capire quali siano i fondi previsti per obiettivo da raggiungere:
Digitalizzazione
Per la missione Digitalizzazione vengono stanziati 50,07 miliardi di euro, al fine di promuovere e sostenere la trasformazione digitale del Paese e l’innovazione del sistema produttivo e investire in due settori chiave per l’Italia: turismo e cultura.
Tra le azioni principali previste figura l’estensione della Banda Ultra larga e connessioni veloci in tutto il Paese, incentivi per la transizione digitale e l’adozione di tecnologie innovative nel settore privato, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ed il rilancio del turismo, con un approccio digitale e sostenibile
Transizione ecologica
La missione Rivoluzione verde e transizione ecologica prevede invece uno stanziamento di 69,96 miliardi di euro, con il fine di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico assicurando una transizione equa e inclusiva.
Le azioni principali prevedono investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, promozione di fondi di energia rinnovabili, incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica degli edifici ed investimenti per ridurre i rischi del dissesto idrogeologico.
Infrastrutture e mobilità sostenibile
Sul fronte di Infrastrutture e mobilità sostenibile vengono stanziati 31,46 miliardi di euro, per consentire lo sviluppo razionale di una infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese.
Le azioni previste vanno dallo sviluppo dell’alta velocità alla modernizzazione delle linee ferroviarie regionali, fino agli investimenti sui porti verdi e sulla digitalizzazione della catena logistica
Istruzione e Ricerca
La missione Istruzione e Ricerca poggia su 33,81 miliardi di risorse, con il fine di rafforzare il sistema educativo, le competenze digitale e STEM, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Potenziamento di asili nido, materne e servizi per la prima infanzia, Scuola 4.0, formazione degli insegnanti e riforma dell’orientamento, del dottorato e dei corsi di laurea sono alcune delle azioni previste
Inclusione e Coesione
Il settore Inclusione e Coesione prevede investimenti da 29,62 miliardi di euro per superare il gender gap, migliorare l’accesso al mondo del lavoro per giovani, potenziare le misure di politica attiva ed i centri per l’impiego, accanto ad interventi per persone in situazione di fragilità e disabili sono i pilastri sui quali si fonda la missione prevista dal testo del Recovery Plan
Salute
C’è poi la missione Salute, per la quale si impegnano 20,22 miliardi di risorse. L’obiettivo è creare un sistema di prossimità, con il potenziamento delle strutture sul territorio e della telemedicina. Le “case della Comunità” saranno il punto di riferimento per l’assistenza integrata, ma tra le azioni è previsto il potenziamento dell’assistenza domiciliare, con il fine di far diventare la casa il primo luogo di cura, anche mediante telemedicina e assistenza remota.
Le riforme previste nel Recovery Plan
La parola chiave dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è riforme, che non vanno solo indicate in modo vago ma vanno esemplificate nel dettaglio, dal momento che la Commissione europea le considera parte integrante del Piano. Quelle previste nel Piano di Draghi sono suddivise tra: riforme orizzontali, abilitanti e settoriali. Le riforme orizzontali, o di contesto, riguardano innanzitutto Pubblica amministrazione e giustizia.
A queste si aggiungono riforme abilitanti, destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti, tra cui si annoverano le misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e quelle per la promozione della concorrenza.
Infine, sono previste specifiche riforme settoriali, le misure consistenti in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali. Secondo le stime, grazie al Recovery Plan l’Italia dovrebbe registrare, entro il 2026, una crescita del PIL di 3,6 punti percentuali rispetto allo scenario di base.
Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione dovrebbe essere più alta di 3,2 punti percentuali. Un effetto importante si dovrebbe avere anche nel Mezzogiorno, infatti, su 206 miliardi di euro ripartibili secondo il criterio del territorio, il 40% è destinato alle riforme per il Sud.
Finalità pratiche del Recovery Plan
Gli obiettivi che l’Italia punta a raggiungere con le misure contenute nel PNRR sono di:
- ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica
- raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana dallo 0,8% all’1,6%, in linea con la media UE
- aumentare gli investimenti pubblici almeno al 3% del PIL
- far crescere la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) dall’attuale 1.3% al 2,1%, al di sopra della media UE
- portare il tasso di occupazione al 73,2%, in linea con la media UE, contro l’attuale 63%
- innalzare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale
- ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e livello dei servizi pubblici
- aumentare l’aspettativa di vita in buona salute
- migliorare il tasso di natalità e la crescita demografica
- ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani
- migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati
- rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese nei confronti di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici
- promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari
- garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica.
Scarica il pdf piano nazionale di ripresa redatto dallo stato
Differenza tra Recovery Fund e Recovery Plan
Il Recovery Fund o Recovery and resilience Facility (RRF), è il più importante strumento del pacchetto Next Generation EU, dotato di risorse per 672,5 miliardi di euro, di cui 360 miliardi in forma di prestiti e 312,5 miliardi in forma di sovvenzioni.
L’obiettivo del RRF (Dispositivo per la ripresa e la resilienza), è fornire un sostegno finanziario su larga scala a riforme e investimenti intrapresi dagli Stati membri, con la duplice finalità di attenuare gli effetti della pandemia sul contesto sociale ed economico e di rendere le economie dell’UE più sostenibili, resilienti e preparate per le sfide poste dalle transizioni verde e digitale.
Per accedere alle risorse europee del Recovery Fund, i 27 Paesi membri devono elaborare i Recovery Plan che definiscano i rispettivi programmi di riforma e investimento per i prossimi quattro anni, quindi da svilupparsi entro il 2026.
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